Perris Records Official Website
Artist: Boned
Location: U.K.
Line-up: Not available
Album: Up At The Crack
Label & Pubblication Year: Perris Records, 2004
Tracklist: Up At The Crack / Drain The Main Vein / Ain't No Talkin' With Your Mouth Full / Loaded On Love / Wasted Line / Drivin' On The Sidewalk / Tails Up Heads Down / Gotta Turn / Loser / God Given Right To Rock And Roll
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Quante bands dedite a coverizzare, in maniera più o meno riuscita, gli Ac/Dc esistono sulla terra? Un milione, un miliardo, un billione, un bordello! Vediamo se ricordo i nomi di qualche band italiana che si impegna degnamente nell'impresa: Hardballs, On-Off, Volts, Riff Raff, Dirtyballs, Thunderstruck, Ice Breakker. Di solito quando sono finito agli shows di questi outlaws mi sono divertito per davvero ed ho respirato grinta, passione e sudore, in poche parole dedizione assoluta. Bene, la Perris Records è andata a scovare in Inghilterra gli Ac/Dd che per paura di non finire nel calderone delle tribute bands hanno ben pensato di darsi una nuova identità, cambiando il proprio monicker in Boned. Ed infatti Il quintetto anglosassone non si diletta nell'eseguire covers ma ha esclusivamente deciso di scrivere un nuovo album degli Ac/Dc intitolato "Up At The Crack" che suona più nel verso dell'era Bon Scott che non di quella Brian Johnson. Se volete la verità suona meglio dell'ultimo e per me pallosissimo "Stiff Upper Lip". I Boned sfornano 10 tracce originali che sono sfacciatamente e totalmente pervase dall'insegnamento della mitica band australiana. L'originalità è stata sepolta sotto quintali di terra, e tutto è stato lasciato all'attitudine killer di queste songs, che forgiate nell'inossidabile indole di "Highway To Hell" e "Let There Be Rock", reggono il confronto con il tempo ed eruttano un maniacale fanatismo sonoro nel segno di una Gibson SG! Milioni di bands partendo dal sound degli Ac/Dc hanno creato in modalità differenti uno stile più o meno proprio, pensate per esempio agli ultimi ed oramai defunti Buckcherry, o ai Nashville Pussy, ma ci sono pure i Boned che non conoscono altri chitarristi al di fuori di Angus Young, sentono spesso suonare le campane dell'inferno, fanno indigestione di TNT, sono dannati di Rock'n'Roll e rifiutano qualsiasi altro tipo di culto religioso. Quello che si respira ascoltando "Up At The Crack" è divertimento, elettricità allo stato brado e allusioni al sesso: basta infatti dare uno sguardo alla copertina o leggere titoli quali "Ain't No Talkin' With Your Mouth Full" o "Tails Up Heads Down" per rendersene abbondantemente conto. Siamo all'essenza, all'origine e niente più, al trademark sonoro che gli Ac/Dc crearono e che ancora oggi devasta gli amplificatori e fa muovere le chiappe con 10 songs targate Boned. "Up At The Crank": idolatria senza confini!

Recensione realizzata da Rossi Bruno

Vote: 7