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Perris Records Official Website | |||||||||||||||
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Quante bands dedite a coverizzare,
in maniera più o meno riuscita, gli Ac/Dc esistono sulla terra? Un
milione, un miliardo, un billione, un bordello! Vediamo se ricordo i nomi
di qualche band italiana che si impegna degnamente nell'impresa: Hardballs,
On-Off, Volts, Riff Raff, Dirtyballs, Thunderstruck, Ice Breakker. Di solito
quando sono finito agli shows di questi outlaws mi sono divertito per davvero
ed ho respirato grinta, passione e sudore, in poche parole dedizione assoluta.
Bene, la Perris Records è andata a scovare in Inghilterra gli Ac/Dd
che per paura di non finire nel calderone delle tribute bands hanno ben
pensato di darsi una nuova identità, cambiando il proprio monicker
in Boned. Ed infatti Il quintetto anglosassone non si diletta nell'eseguire
covers ma ha esclusivamente deciso di scrivere un nuovo album degli Ac/Dc
intitolato "Up At The Crack" che suona più nel verso dell'era
Bon Scott che non di quella Brian Johnson. Se volete la verità suona
meglio dell'ultimo e per me pallosissimo "Stiff Upper Lip". I
Boned sfornano 10 tracce originali che sono sfacciatamente e totalmente
pervase dall'insegnamento della mitica band australiana. L'originalità
è stata sepolta sotto quintali di terra, e tutto è stato lasciato
all'attitudine killer di queste songs, che forgiate nell'inossidabile indole
di "Highway To Hell" e "Let There Be Rock", reggono
il confronto con il tempo ed eruttano un maniacale fanatismo sonoro nel
segno di una Gibson SG! Milioni di bands partendo dal sound degli Ac/Dc
hanno creato in modalità differenti uno stile più o meno proprio,
pensate per esempio agli ultimi ed oramai defunti Buckcherry, o ai Nashville
Pussy, ma ci sono pure i Boned che non conoscono altri chitarristi al di
fuori di Angus Young, sentono spesso suonare le campane dell'inferno, fanno
indigestione di TNT, sono dannati di Rock'n'Roll e rifiutano qualsiasi altro
tipo di culto religioso. Quello che si respira ascoltando "Up At The
Crack" è divertimento, elettricità allo stato brado e
allusioni al sesso: basta infatti dare uno sguardo alla copertina o leggere
titoli quali "Ain't No Talkin' With Your Mouth Full" o "Tails
Up Heads Down" per rendersene abbondantemente conto. Siamo all'essenza,
all'origine e niente più, al trademark sonoro che gli Ac/Dc crearono
e che ancora oggi devasta gli amplificatori e fa muovere le chiappe con
10 songs targate Boned. "Up At The Crank": idolatria senza confini! Recensione realizzata da Rossi Bruno |
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